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La natura per rigenerarsi: Il Parco Nazionale del Circeo

L’Italia è finalmente uscita dal lockdown. Tutti noi adesso, dopo una lunga quarantena e sempre con attenzione, stiamo ricominciando a muoverci con più facilità, ed esplode dentro il desiderio di libertà, di attività fisica all’aperto, di incontrarsi, di respirare aria di mare, di montagna, vedere tramonti, sentire i profumi della primavera e goderne dei colori. Tutto questo nell’istintivo bisogno di rigenerarsi, di sentirsi di nuovo vivi. Un richiamo quasi spirituale che ci riporta subito immersi nel fluire della vita di questo pianeta.
Allora le aree naturali protette ridiventano luoghi speciali dove poter vivere appieno e con armonia la natura, nelle sue espressioni più forti e belle, dove trascorrere una o più giornate a camminare, incontrare animali e scoprire meraviglie di luoghi magari vicino casa e mai visitati. Sicuramente uno di questi luoghi unici è il Parco Nazionale del Circeo, sulla costa del mar Tirreno in provincia di Latina. 

A un’ora di macchina da Roma ed una e mezza da Napoli è incredibile come, nel cuore dell’Italia antropizzata, anche pesantemente, resista ancora un angolo tra i più selvaggi e suggestivi d’Europa e allo stesso tempo tra i più densi di storia e cultura.
Un fantastico mosaico di natura, attività agricole e storia, il Circeo è uno dei primi cinque parchi istituiti in Italia, il primo ad inserire nel suo territorio protetto un’isola, quella di Zannone, dell’arcipelago Pontino. La sua costituzione nel 1934, avvenuta quando l’intera Pianura Pontina era sottoposta ai radicali interventi di bonifica, evitò il totale disboscamento dell’antica “Selva di Terracina” che occupava oltre 11.000 ettari, quasi tutta l’attuale pianura, da Terracina a Cisterna.

 

Nonostante le sue ridotte dimensioni (poco meno di 9.000 ettari) il Parco comprende oggi angoli di straordinaria bellezza e stupisce con la varietà di ambienti che lo caratterizza: un promontorio che rappresenta l’elemento paesaggistico più caratterizzante di tutta l’area pontina, oltre 25 chilometri di costa con dune alte fino a 27 metri e spiaggia dorata, quattro laghi costieri e zone paludose residuali con migliaia di uccelli in transito, oltre 3000 ettari di foresta di pianura, l’isola di Zannone, il centro storico di San Felice Circeo, le città nuove di fondazione di Latina e Sabaudia, settanta siti archeologici tra cui la spettacolare area della Villa di Domiziano, il magico borgo di Villa Fogliano sulle sponde del lago. Angoli di rara bellezza a cui oggi si aggiungono due aree marine di importanza Comunitaria, regno di posidonia oceanica, ittiofauna e formazione coralligene. Per godere e comprendere tutto questo il Parco accoglie e orienta i suoi ospiti grazie al centro visitatori di Sabaudia, sede degli uffici ma anche di un museo naturalistico interattivo e centro di interpretazione, un’aula didattica per l’educazione ambientale, allestimenti all’aperto sulla vita in foresta dei carbonari, e un’area di picnic, e parco giochi per bambini.

 

Il Parco nazionale del Circeo conserva dunque la sua antica e accessibile bellezza, una leggenda che continua e che possiamo vivere tutto l’anno grazie al suo clima mite e alla grande varietà di colori, profumi ma anche di sapori che il suo territorio e le sue stagioni, sono in grado di donarci.

Il promontorio del Circeo

Inconfondibile e maestoso domina la pianura sottostante e il mare, sporgendosi sulla costa quasi a voler toccare le isole dell’Arcipelago Pontino. Vera e propria icona del Parco, è un luogo in cui la natura, il mito e la Storia si fondono indissolubilmente: la linea disegnata dai suoi picchi raffigura il profilo del volto della leggendaria maga Circe. Nell’Odissea Omero narra della terribile maga che regnava sull’isola di Eea (riconosciuta nel promontorio del Circeo) e che ammaliò Ulisse e trasformò in porci i suoi marinai.
Le 33 grotte che lo caratterizzano, quasi tutte raggiungibili solo dal mare, conservano preziosi reperti preistorici e paleontologici. Mentre i due versanti, quello a nord detto “Quarto freddo” e quello a sud “Quarto caldo” raccontano rispettivamente della natura degli appennini e quella delle coste mediterranee Africane. Ed ancora sul suo fianco le antiche mura ciclopiche dell’acropoli di Circei, realizzate con grandi massi oltre duemila anni fa, e l’antichissima città fortificata di San felice Circeo, già colonia degli antichi Romani.

Le dune del Circeo

Una lunga costa dalla sabbia dorata parte dalla base del Promontorio e, disegnando un mezzaluna, si proietta verso nord fino a Latina. Un ambiente raro e prezioso, ma anche estremamente fragile, Sulla duna le piante sono sottoposte a un durissimo regime dovuto alla combinazione di calore, aridità e salinità, vicino alla costa si hanno specie pioniere fra cui il giglio di mare e la cakile marittima, poi inizia una fittissima macchia mediterranea a lentisco e ginepro coccolone cui si aggiungono lecci e ginepri fenici nel retroduna. La notte coleotteri, lucertole, gabbiani e conigli, riconquistano la “spiaggia” mentre, vicino ai laghi, si muovono la testuggine comune, il rospo smeraldino e il raro fratino che qui nidifica

Una moltitudine di turisti durante il periodo estivo scelgono il litorale per le acque cristalline e le ampie spiagge dalla sabbia sottile, ma è nel periodo primaverile che la duna si mostra in tutta la sua bellezza trasformandosi in un paesaggio variopinto in cui spiccano il giallo dei fiori delle Leguminose e il rosa del garofanino delle sabbie con il loro profumo inebriante.

I laghi costieri e le zone umide.

Subito dietro e parallelamente alla duna si sviluppa quel che resta della palude dell’Agro pontino: un ambiente umido e lagunare costituito da quattro laghi costieri in successione – il Lago di Sabaudia o di Paola, il lago di Caprolace, il Lago dei Monaci e il Lago di Fogliano – e da zone umide, stagionalmente allagate. In particolare durante la Primavera e l’Autunno è possibile assistere a spettacolari presenza di uccelli in migrazione che qui riposano, trovano cibo e riparo durante le loro migrazioni tra l’Africa e l’Europa. Si sono contate oltre 280 specie diverse che con colori forma e suoni animano questi luoghi, paradiso dei birdwatchers.

Questi ambienti costituiscono il più importante ecosistema palustre d’Italia e tra i più importanti d’Europa e sono stati dichiarati “Zona Umida di Interesse Internazionale” ai sensi della Convenzione di Ramsar (Iran 1971).  Sono ‘ uno dei rari luoghi in cui è possibile osservare come erano le terre Pontine prima della bonifica, un vero e proprio museo a cielo aperto.

La foresta di pianura

Subito dietro i laghi nell’entroterra si sviluppa la cosiddetta Selva di Circe, uno dei pochi esempi meglio conservati e più estesi di foresta planiziaria esistente in Italia. Si estende per circa 3.300 ettari ed è un ecosistema ricchissimo di biodiversità, vanta ben 7 specie differenti di querce (cerro, leccio, sughera, roverella, farnia, farnetto, cerrosughera) e un fitto sottobosco dove vivono il cinghiale, che qui è sempre stato presente, la lepre e, vicino alle zone allagate che ricordano le antiche paludi, la rara testuggine d’acqua.

La foresta offre spettacoli e sorprese in tutte le stagioni dell’anno: dalle variopinte fioriture primaverili accompagnate da canti di uccelli e delicati voli di farfalle, alla rigogliosa vegetazione che cresce donando una ombrosa frescura estiva; dai caldi colori autunnali delle querce ai cui piedi spiccano vivaci rossi frutti di bosco, funghi dalle mille forme e ciclamini di un delicato e inteso rosa, fino all’incantevole bianca fioritura invernale del prugnolo, tra tappeti di foglie del sottobosco.

Nel foresta troviamo segni di antiche presenze umane: le Lestre, radure asciutte leggermente rialzate dove i pastori transumanti di un tempo costruivano villaggi di paglia, Tutta la foresta è visitabile grazie ad una rete di sentieri pedonali e ciclabili, tranne tre aree che sono riserve naturali integrali: Piscina delle Bagnature, Piscina della Gattuccia, Lestra della Coscia.

Per le sue caratteristiche, uniche e spettacolari, la foresta nel 1977 è stata dichiarata “Riserva della Biosfera”, nell’ambito del programma M.A.B. (Uomo e biosfera) patrocinato dall’Unesco.

L’isola di Zannone

Insieme a Palmarola, Ponza, Ventotene, Santo Stefano e Gavi, forma l’arcipelago delle isole Ponziane. Questa piccola isola è uno scrigno del mediterraneo. Il meraviglioso paesaggio è composto di forme suggestive costituite da scogliere rocciose, un profilo montuoso, spiagge di ciottoli e cespugli di macchia mediterranea, il tutto con incredibili colori che vanno dal verde cupo al bianco, all’ocra e al nero. Zannone, una delle poche isole di piccole dimensioni che possono vantare ancora un bosco di leccio, accoglie con i cespugli della macchia mediterranea odorosa di elicriso migliaia di piccoli uccelli migratori. Qui sono presenti i falchi pellegrino e di palude e nidificano, oltre il gabbiano reale, la berta maggiore, la berta minore e il passero solitario. Sull’isola vive una piccola colonia di mufloni, gli antenati selvatici della capra, introdotti sull’isola negli anni Venti, e ora specie protetta. Oggi disabitata, l’isola presenta testimonianze umane a partire dal Neolitico. Sebbene l’isola sia stata luogo di insediamenti umani sin dall’età preistorica, e di qui siano passate grandi civiltà come quella romana, nessuno si è mai fermato a lungo, a causa delle difficoltà di approdo e per via delle continue incursioni dei pirati.

Dalla preistoria alle città nuove

Il Parco nazionale del Circeo tutela anche un patrimonio archeostorico unisco al mondo. Su questo territorio è possibile ritrovare le tracce di tutta la storia dell’uomo dalla preistoria alle ultime città razionaliste di fondazione degli anni trenta del secolo scorso. Tra i ritrovamenti più importanti abbiamo il cranio dell’uomo di Neanderthal, di oltre 50.000 anni fa, scoperto casualmente nel 1939 da alcuni operai nella Grotta Guattari, a Sud Ovest di San Felice Circeo. Durante l’epoca Romana imperiale, furono costruite ville come luoghi di residenza e villeggiatura. Tra le più famose, la splendida Villa di Domiziano (I sec. d. C.), sulle sponde del lago di Sabaudia, nella zona sono ancora visibili le rovine di imponenti strutture come le terme, la palestra, le esedre e le enormi cisterne per l’acqua.  

Mentre dell’epoca dei Papi rimangono le torri costiere, edificate intorno al 1562 per rafforzare il sistema di difesa costiero del litorale pontificio, per difenderlo dagli attacchi dei pirati.  Vennero così erette sul promontorio Torre Paola, Torre del Fico, Torre Cervia e, per ultima, Torre Moresca, della quale attualmente è visibile solo il basamento.

Nel XVI secolo furono avviati, per volere dei Papi Leone X e Sisto V, anche importanti interventi di bonifica della pianura pontina, per essere poi conclusa nel periodo fascista attraverso un’impresa titanica, la cosiddetta “bonifica integrale”.  Nel periodo tra ottobre e novembre del 1932 iniziò l’immigrazione di circa 60 mila contadini veneti, friulani ed emiliani che dovevano popolare il territorio bonificato. In questo periodo furono create con grande celerità le Città di Fondazione. Tra queste Sabaudia, al centro del territorio del Parco, una delle massime espressioni dell’architettura razionalista.

Nel 1934 viene istituito il Parco Nazionale del Circeo, per volere di Benito Mussolini, dietro suggerimento del senatore Raffaele Bastianelli, al fine di tutelare ciò che restava della natura delle Paludi Pontine, che stava scomparendo a causa della bonifica in atto.